Antonia Spaliviero, “La compagna Natalia”, Sellerio (2022)

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Un romanzo autobiografico che nasce dalle pagine ritrovate dopo la precoce scomparsa di Antonia Spaliviero, composte e pubblicate dai familiari. È una storia di formazione narrata in prima persona, che ripercorre l’adolescenza e la maturazione di una ragazzina di provincia tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta; un’epoca di grandi cambiamenti che segnano e accompagnano il suo avviarsi all’età adulta. I temi che emergono sono dunque quelli che caratterizzano ogni giovinezza ma che, proprio in quegli anni, arrivano al centro della discussione pubblica: l’esigenza di rinnovare l’istituzione scolastica, il sesso, l’amore, l’amicizia, la libertà, la politica.

Il libro inizia con un tono fresco, ironico e scanzonato, tuttavia un po’ alla volta la serietà prende il sopravvento; d’altronde, nel frattempo la narratrice è cresciuta, ha conosciuto momenti splendidi ed esperienze dolorose, ha scoperto la sessualità, vissuto un grande amore e sofferto per il venir meno di persone care. Le pagine finali sono ammantate di malinconia, ma non di tristezza; sono dedicate al ricordo di coloro che sono scomparsi e che Antonia ritrova ogni giorno alle cinque.

Siamo in un piccolo centro alla periferia di Torino. Anche se la città è vicina, qui le novità si affacciano in ritardo e timidamente. La religione permea ancora la quotidianità di tutti e il fascismo è un passato recente relegato nell’ombra. Antonia cresce in una famiglia piccoloborghese semplice e affettuosa, che non insegue il benessere e non sente il bisogno di uscire dal perimetro delimitato da casa, chiesa e lavoro.

Il racconto inizia con il suo ingresso alle superiori, una scuola professionale appena inaugurata, l’Istituto Tecnico Sperimentale Statale per l’Addetto alla Segreteria d’Azienda, che lei ribattezza in modi divertenti e fantasiosi, altrettante attestazioni del suo scarso entusiasmo. Tuttavia, riconosce a questa scuola un pregio inestimabile: è solo femminile, ma occupa alcune aule di un istituto tecnico interamente maschile e l’accoglienza riservata alle ragazze è trionfale.

I primi due anni scivolano nella monotonia. Gli unici guizzi vengono dalle dinamiche tra le compagne e dai fremiti ormonali. L’adolescenza scombussola Antonia e i suoi coetanei, che possono confrontarsi unicamente con i libretti distribuiti dal prete, nei quali si insegna che gli uomini amano e le donne donano e che le passioni si tengono a bada con la preghiera.

Finalmente, al terzo anno, inizia a soffiare un’aria diversa. Alcuni professori rivoluzionano le lezioni e fanno scoprire alle ragazze forme artistiche e linguaggi nuovi, offrendo loro parole e strumenti più adeguati per capire ed esprimere il proprio vissuto. Succede inoltre che Antonia si avvicina alla compagna di classe Natalia e ne diventa la migliore amica.

Natalia è misteriosa, pacata, circondata da un’aura che la rende inaccessibile. Maggiore di un anno, svetta sulle altre allieve, che muovono appena i primi passi fuori dall’infanzia, mentre lei sa già tutto e, tra l’ammirazione generale, si “strabacia” con un “uomomaturo”, cioè uno studente maggiorenne a cui la fantasia delle adolescenti attribuisce un passato avventuroso, anche se in realtà si tratta solo di un universitario dallo sguardo limpido. Ma la maggiore consapevolezza di Natalia non riguarda solo la sessualità; ha anche una coscienza politica ignota a queste ragazzine di provincia, a cui parla di borghesia e proletariato, di lotta di classe e imperialismo.

L’amicizia che nasce tra Antonia e Natalia è forte e conflittuale, piena di ombre, segreti e dissidi. È un’amicizia sghemba: la confidenza non è mai totale e Natalia un po’ si concede, un po’ si sottrae. Natalia è al contempo magnetica e respingente, parla con schiettezza, ma solo di ciò che vuole lei. Si professa marxista e atea (compagna anche in questo senso), mentre Antonia non è pronta a prendere le distanze dalla Chiesa, benché sia insoddisfatta dalle risposte che vi trova. Le due finiscono pertanto per riprodurre la polarizzazione ideologica che investe l’intera società dell’epoca. La loro relazione è uno degli elementi piu intriganti del libro. Nel bene e nel male, Natalia è uno sprone per Antonia, ma non sembra valere il reciproco. E quelle stesse idee che aprono la mente della classe, su di lei agiscono al contrario, chiudendola vieppiù in uno schematismo che non le lascia scampo. Ho trovato delicato il modo in cui il romanzo ci aiuta a capire l’evoluzione (o involuzione) di Natalia: la visione politica è solo un fattore, il resto lo giocano sofferenza psicologica, bisogno di rivalsa e feroci delusioni.

Antonia è una ragazza inquieta e appassionata, piena di dubbi e incline alle imprecazioni, ma non è in lotta con il mondo e non si attribuisce il merito esclusivo di essere diventata la persona che è. Mi è piaciuta la naturalezza con cui riconosce quanto deve al padre, al suo primo amore, agli insegnanti che le hanno indicato nuovi orizzonti, agli amici e soprattutto a Natalia, indimenticabile compagna.

 

 

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