Cesare Sinatti, “La splendente”, Feltrinelli (2018)

 

ACQUISTA

Il giovanissimo Sinatti (classe 1991) ha dato vita a un’opera romanzesca davvero bella, che darà grande soddisfazione agli appassionati di mitologia e di letteratura classica.

Le storie degli eroi e dei protagonisti greci della guerra di Troia, Agamennone, Menelao, Achille, Ulisse e, ovviamente Elena, La Splendente, si ripresentano in modo nuovo, con declinazioni psicologiche, caratteriali, ma anche biografiche che a me, forte della conoscenza del solo Omero, sono sembrate inedite. Immagino pertanto che questa rilettura sia il frutto di una sapiente commistione tra fonti diverse da quella omerica, universalmente nota – Sinatti è specialista di filosofia antica – e una florida invenzione romanzesca. In ogni caso, l’esito è una resa inedita di vicende note. Le soprese sono ad ogni pagina; tantissimi sono i tratti e i fatti che non mi aspettavo di trovare nella narrazione di questi personaggi e tante le figure minori che vengono recuperate.

Scopriamo così un Ulisse che, agli antipodi dell’immagine di uomo inquieto e curioso che tutti ne serbiamo, è costretto controviglia a muovere verso Troia, quando lui anela solo alla quiete, al tranquillo dipanarsi della quotidianità tra terre e persone amate.

Scopriamo l’incapacità di agire e reagire di Menelao.

Scopriamo un Achille che, lungi dall’essere solo iroso e funesto, è terrorizzato dal pensiero del dolore fisico (che, grazie alla madre, non può provare) e della morte (a cui invece sa che andrà incontro ancora giovane). E’ un Achille invulnerabile solo nel corpo, non nell’anima.

Scopriamo, in generale, la storia familiare, l’infanzia, le relazioni, l’intimità di questi personaggi.

L’abilità di Sinatti è proprio questa: ci parla di eroi che si muovono nella dimensione astorica del mito per le loro gesta e le loro imprese, per la loro sudditanza a un destino già scritto e mai favorevole e ci restituisce la distanza temporale e culturale grazie a una lingua pregna di lirismo. Contemporaneamente, ci parla di persone che, sebbene strettamente legate al divino, quasi sempre per filiazione diretta, restano comunque a pieno nell’alveo dell’umanità, grazie a una narrazione attenta a portare alla luce quanto di più profondamente umano possiedono: le loro emozioni,  i loro tormenti morali, le loro indecisioni e tentennamenti, la distanza rispetto agli dei che abitano sì il loro mondo, ma non sono di aiuto, la consapevolezza che ciascuno ha il proprio destino ineluttabile, eppure non si può accettarlo senza cercare di contrapporvisi.

Il concetto di fato è uno dei temi forti del libro, insieme alla sofferenza che lo accompagna .

La guerra di Troia si rivela così come una guerra diversa da tutte le altre, una vera cesura fra un prima mitico e un dopo storico «piena di mutilazioni che gli dei non potevano guarire, di malattie, di dolori e di paure di cui non si narrava nelle storie».

Segnalibro