Jocelyne Saucier, “Il segreto dei Cardinal”, Iperborea (2024)

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Jocelyne Saucier, Il segreto dei Cardinal, Iperborea, 2024

Un padre assente, prospettore minerario che trascorre il tempo tra l’esplorazione di terreni e lo scantinato in cui studia le rocce, una madre persa tra le pentole di cucina e pensieri imperscrutabili, ventuno figli che crescono nell’anarchia e danno vita a un’orda vitale e feroce, un branco che si contende gli spazi della casa e mette a ferro e fuoco il paese. La famiglia Cardinal è questa, una strana comunità in cui ragazze e ragazzi sono identificati esclusivamente dai loro soprannomi e in segreto sognano di ricevere le attenzioni dei genitori, che invece sono sempre assorti nelle loro occupazioni e fantasticherie pur nel mezzo del trambusto. Soltanto di notte godono di un momento di vicinanza speciale con la madre, che si china su ogni figlio dimostrando di conoscerlo bene; e soltanto ai compleanni hanno un’occasione di intimità con il padre, quando, a tu per tu con il festeggiato, lo istruisce sull’uso della dinamite. La famiglia vive aggrappata alla miniera di zinco di Norco, in Québec, scoperta dal padre alla metà degli anni Quaranta e poi ceduta per pochi soldi a una compagnia mineraria, senza beneficiare degli enormi guadagni che ha generato. Attorno alla miniera sono sorte le abitazioni degli operai e dei funzionari della compagnia e in breve ha preso vita una fiorente cittadina popolata da quelli che i figli Cardinal chiamano “i bifolchi”, a cui imputano di approfittare di ciò che spettava alla loro famiglia. Quando il prezzo dello zinco cola a picco, la miniera viene chiusa in fretta e furia e la città si svuota. Rimangono case disabitate, terreni abbandonati e un manipolo di minatori troppo demoralizzati per andarsene o irragionevolmente speranzosi che le cose torneranno come prima. Sono loro le vittime dei ragazzi Cardinal, determinati a cacciare gli invasori. I fratelli corrono, giocano e intanto devastano, incendiano, annichiliscono ciò che già era fatiscente. Accuditi nelle necessità pratiche dalla figlia maggiore, detta LaPulzella, che fa le veci della madre, fuori casa ubbidiscono ciecamente a Geronimo, uno dei grandi. Imperioso e sprezzante, Geronimo organizza scorribande sempre più scatenate e crudeli. Ma la fedeltà assoluta al clan non riesce a reggere il peso di una colpa indicibile e i fratelli finiscono per sparpagliarsi ai quattro angoli del pianeta, separandosi definitivamente.

Si ritrovano tutti dopo oltre trent’anni, nel 1995, in occasione di una cerimonia in onore del padre, premiato per la sua lunga carriera e per la scoperta di vari filoni preziosi, che hanno fatto la fortuna di molti, ma non dei Cardinal. La riunione di famiglia impone ai fratelli di fare i conti con il passato, ciascuno per conto proprio, perché i segreti che custodiscono hanno ormai creato una distanza insormontabile. Alcuni di loro ripercorrono dunque gli eventi trascorsi in un monologo interiore, lasciando affiorare i dettagli di una storia che hanno condiviso, ma che ciascuno ha vissuto a modo suo, mosso da emozioni e motivazioni solo sue. Così, se Fanalino, l’ultimo nato, il ventunesimo, coltiva il mito della sua famiglia incredibile, unica e fiabesca, ardimentosa e forte, di cui ha potuto vedere solo gli ultimi bagliori prima che si sfaldasse, i fratelli più grandi svelano risvolti ben diversi. Prigionieri del silenzio che si sono imposti per il bene di tutti e in primo luogo della madre, nutrono sensi di colpa e rancore, rabbia e paura.

Ci sono molte sorprese e una grande tensione psicologica in questo romanzo della scrittrice canadese Saucier, di cui la casa editrice Iperborea ha già pubblicato Piovevano uccelli. Ogni capitolo ha la sua voce narrante e ad ognuna sono affidate rivelazioni che cambiano segno e significato alle vicende. Colpiscono la perizia nel costruire un climax tragico e l’acutezza con cui è restituito l’intero spettro dei sentimenti umani. Mentre i fatti si addensano, le emozioni e le intenzioni si mostrano in tutta la loro complessità, ambivalenza, stratificazione. Sebbene crescano ammassati gli uni sugli altri, fratelli e sorelle tengono nascosta la loro anima; la schermano per proteggere se stessi e il rapporto con la persona a cui tengono di più, che sia un genitore o un altro fratello. La celano nelle profondità interiori, proprio come è nelle profondità della miniera, e non nella desolata superficie del paese dove i Cardinal scorrazzano in gruppo, che risiede la verità della loro famiglia.

Francesca

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