Matsumoto Seicho, “Il dubbio”, Adelphi (2022)

 

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Onizuka Kumako è una donna sgradevole, avida, rancorosa, iraconda. La sua reputazione è compromessa, si è macchiata di diversi reati e sono noti i suoi legami con esponenti della criminalità. Adesso è in prigione in attesa di processo, accusata dell’omicidio del marito, sposato da pochi mesi. Secondo la polizia, avrebbe volutamente provocato un incidente mentre era in macchina insieme a lui. La dinamica non è chiara e nemmeno è accertato chi dei due fosse alla guida. Si sa solo che era sera, pioveva a dirotto e la loro auto ha percorso la banchina del porto a velocità sostenuta, finendo in mare. L’uomo, che non sapeva nuotare, è morto annegato, mentre Onizuka si è salvata uscendo dall’abitacolo, indenne e pronta a incassare un sostanzioso premio assicurativo. Onizuka dal carcere continua a professarsi innocente con modi offensivi e indisponenti. Intanto la stampa e l’opinione pubblica l’hanno già condannata, anche se il processo non ha ancora avuto luogo.

A persuadere tutti della sua colpevolezza è stata soprattutto la campagna denigratoria avviata e alimentata da un abile cronista del giornale locale, Akitani Moichi. Articolo dopo articolo, usando anche informazioni riservate, Akitani ha ricostruito la storia di questa donna a partire dall’infanzia, ha rivelato i suoi precedenti e i legami con la yakuza, insistendo sul suo caratteraccio, la disonestà, la cupidigia e la violenza con cui ha sempre reagito a chi l’ha ostacolata. Ha raccontato come ha conosciuto il futuro marito nel locale di Tokyo in cui lavorava come intrattenitrice. È stato facile per Onizuka, prosperosa e seducente, conquistare quest’uomo ricco e molto più vecchio di lei, vedovo da anni e afflitto dalla morte dell’unico figlio. Appena sposata, Onizuka ha stipulato un’assicurazione che prevedeva un corposo indennizzo in caso di morte del coniuge; pochi mesi dopo, ecco capitare l’incidente fatale. Per rafforzare nel pubblico l’idea che sia colpevole, Akitani fa notare che il nome Onizuka contiene la parola giapponese per diavolo, “Oni”. Insomma, usa ogni mezzo per modellare l’immagine di una “demonessa”, una donna malvagia al punto da uccidere a sangue freddo il marito solo per intascare denaro. Così, prima ancora che il processo inizi, ha creato un clima fortemente ostile alla donna, che dal canto suo non fa nulla per compiacere e tartassa l’avvocato difensore fino a farlo ammalare. Ma le prove a carico di Onizuka sono pressoché inesistenti e puramente indiziarie: qualche testimonianza traballante, una chiave inglese trovata fuori posto nel veicolo e, soprattutto, i suoi difetti e i suoi trascorsi. Bastano a renderla colpevole anche in questo caso?

Conosciuto come il Simenon giapponese, Matsumoto Seicho è stato un prolifico autore di gialli che si distingue per la prosa semplice, il modo peculiare di tagliare e montare la trama, la capacità di dare concretezza ai personaggi usando pochissimi tratti. Le sue storie presentano svolte inattese e sorprendenti. Qui le vicende vengono narrate tramite le parole del giornalista e degli avvocati che si succedono nella difesa di Onizuka. Quest’ultima, che dovrebbe essere la protagonista, colei che i lettori e il tribunale sono chiamati a giudicare, non compare mai direttamente; di lei si parla, la sua versione dei fatti ci viene riportata, ma la sua voce non la sentiamo mai. A emergere in primo piano è piuttosto il cronista Akitani, sempre più spaventato dalla prospettiva che Onizuka venga assolta e si vendichi.

Nel corso di questo breve e intrigante romanzo, risalente al 1982, ci troviamo a interrogarci sulla natura ambigua della giustizia, sui contorni sfumati della colpa e dell’innocenza, sull’amoralità di Akitani, che, a differenza di Onizuka, appare rispettabile, ma in realtà è senza scrupoli. Il cronista non esita a montare un caso e aizzare i lettori al solo fine di destare curiosità e ottenere successo, spera egoisticamente che la donna venga condannata, non importa se colpevole o innocente. A farsi paladina del valore e dell’ideale della verità è invece Onizuka, la donna perfida e insolente che nessuno apprezza: solo per lei la verità è “una divinità assoluta”, “sacra e inviolabile”, che sa imporsi con forza su ogni apparenza e ogni opinione.

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