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Rónán Hession, Leonard e Hungry Paul, Keller (2023)

Leonard e Hungry Paul sono sulla trentina e sono grandi amici, anzi, ciascuno è il solo amico dell’altro. Hanno molto in comune, a cominciare dal temperamento: sono gentili e miti, timidi e goffi, introversi e quieti, sensibili e riflessivi. Leonard è redattore di enciclopedie e opere divulgative per l’infanzia, che poi appaiono con la firma di qualcun altro, un eminente specialista che si è limitato a una rapida supervisione dell’opera. Il lavoro gli calza a pennello perché tiene desta la sua viva curiosità e richiede interazioni limitate ed esclusivamente via mail, tenendolo al riparo da ogni esposizione; scrive da solo su temi che lo appassionano e poi manda il materiale a illustratori e supervisori. Hungry Paul lavora saltuariamente su chiamata come sostituto postino in caso di assenze per malattia, e di fatto lavora appena un paio di giorni al mese, quasi sempre di lunedì. Seppur diversi tra loro, più concreto Leonard, più noncurante Hungry Paul, si sentono ugualmente estranei ai nostri tempi frenetici e arroganti. Amano la routine, i giochi da tavolo e la reciproca compagnia, spesso silenziosa, si interrogano sull’universo e si accontentano di quello che hanno, scansando il più possibile gli urti di una società rispetto a cui sanno di essere inadeguati.

Leonard, però, inizia a covare una certa malinconica inquietudine da quando la madre è venuta a mancare. Soffre per il suo isolamento e inizia a desiderare qualcosa di più. Pur continuando a condividere con l’amico il parere che “il trucco sta nel capire quanta parte di mondo far entrare senza venirne travolto”, si accorge che il suo universo deve espandersi: “la quieta capacità di riflessione, procura risonanza all’esperienza. Ma privare deliberatamente la vita di esperienze … è solo un’altra forma di paura che cresce e cresce fino a diventare talmente grossa da bloccare la porta d’ingresso, da smorzare le conversazioni e lasciare gli altri dietro un vetro insonorizzato”. Così, quando conosce Shelley si fa forza e, pur tra esitazioni, avvitamenti e inciampi, avvia una frequentazione. Al contempo, dando prova di un inedito spirito di iniziativa, comincia a lavorare a un libro tutto suo, lontano dall’impronta stereotipata dei progetti che gli affidano; un libro pieno di carattere e immaginazione, che desti meraviglia nei bambini. Come gli andranno le cose, è tutto da scoprire.

Hungry Paul, invece, benché abiti ancora con i suoi, non sente alcun bisogno di cambiare. La leggera ansia dell’amico non lo contagia. A lui piace osservare, più che fare, convinto com’è che le cose accadono comunque. Gli viene naturale evitare le responsabilità e stare fermo, in disparte, ma se pensa di poter dare un contributo, allora agisce, spontaneamente e senza cercare un tornaconto. Le sue giornate scorrono a un ritmo molto diverso da quelle della sorella Grace, che ha una professione impegnativa ed è in procinto di sposarsi, quindi è alle prese pure con i preparativi per il matrimonio. Tra una faccenda e l’altra, però, l’affettuosa e assennata Grace non manca di sottolineare la mancanza di autonomia del fratello, esortando lui a prendere iniziative e i genitori a promuovere la sua indipendenza. Tuttavia, benché non sulle strade consuete, Hungry Paul a modo suo procede. Con la sua flemma e la sua insicurezza, certo, ma anche con la sua generosità nel mettersi a disposizione e la sua empatia. La svagatezza che lo contraddistingue non è superficialità, ma capacità di concentrarsi esclusivamente sul presente, senza rammaricarsi per il passato o preoccuparsi per il futuro; la ritrosia non è disinteresse per gli altri, ma un modo diverso di stabilire relazioni significative, piene di condivisione, muta comprensione, piccole attenzioni costanti. Saggio quanto maldestro, nelle giuste circostanze sa essere illuminante, puntando il dito su ciò che è veramente essenziale.

Un romanzo piacevole e divertente, che ci interroga con levità sul senso delle nostre vite e del nostro agire. Tutti i personaggi risultano simpatici, specie Leonard e Hungry Paul, figure altruiste e pacate alla ricerca del loro posto e della loro felicità in un mondo competitivo che spinge alla compulsiva accumulazione di oggetti, attività, amici, successi, like. Chiunque non sposi la mentalità dell’efficienza e della performance a tutti i costi potrà ritrovarsi in queste pagine dall’umorismo delicato e amabile come i suoi protagonisti.

Francesca